giovedì, febbraio 23, 2006


Quando il vento si fa scultore

È l’erosione a plasmare i graniti della Gallura: piccoli e grandi blocchi arrotondati scavati e scolpiti dai tafoni, (lu tavoni, in gallurese) disegnano gli scenari dell’interno e lungo le coste. I primi sono il risultato dell’erosione nel sottosuolo, che agisce sulla naturale fessurazione della roccia (1). L’acqua circola nelle fratture e dissolve e disgrega la roccia formando depositi di detriti (2). Quando i detriti vengono asportati dal dilavamento, rimangono solo i massi arrotondati, accatastati gli uni sugli altri (3) e spesso soggetti a ulteriore erosione con un processo di desquamazione, “a pelle di cipolla”. I tifoni si formano invece in ambiente aereo (4): è l’azione combinata del vento e dell’acqua salata a scavare la dura roccia. Il vento accelera l’evaporazione e quindi il deposito di cristalli di cloruro di sodio che, aumentano di volume, disgregano la roccia. Il processo inizia con l’esportazione di un primo cristallo: si crea così una piccolissima nicchia che progressivamente s’ingrandisce verso l’altro, per desquamazione della volta.

Nessun commento: