lunedì, febbraio 06, 2006


L’anticarnevale avviene a Mamoiada, dove i Mamuthones e le loro maschere tragiche sono protagonisti di riti drammatici che non hanno nulla della festa




Gli autori sono venti, dodici Mamuthones, che rappresentano il simbolo della sconfitta, e otto i Issocadores, i vincitori, con in mano le funi della prigionia. Il palcoscenico è Mamoiada, paese simbolo della Barbagia, dove il più strano Carnevale del mondo si ripete tre o quattro volte all’anno: il 17 gennaio, (la notte di Sant’Antonio), quando, secondo la leggenda, il dio del fuoco pretende che si danzi in suo onore interno ai falò; poi si replica l’ultima domenica di carnevale, quindi il martedì grasso, e si concede una rappresentazione fuori stagione il 27 settembre per la festa di San Cosmo. Si è parlato di strano carnevale e in effetti quella di Mamoiada più che una festa è una mesta cerimonia, misteriosa, quasi tragica. Più giusta quindi la definizione di anticarnevale perché qui accade tutto il contrario di quanto avviene durante le folli giornate precedenti la Quaresima, che sono un’occasione per dare sfogo alla fantasia popolare, per sprigionare le passioni e l’allegria, per trasgredire. La cerimonia si ripete immutabile, da sempre: gli stessi costumi, gli stessi passi, gli stessi gesti difficili da interpretare, ma uguali da secoli.
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